
Che il tuo congedo sia stato scelto o imposto, breve o lungo, rientrare al lavoro dopo un periodo di pausa è un momento delicato. Non sei più la stessa persona che ha lasciato la scrivania. E ritrovare il ritmo, la concentrazione e persino la fiducia può richiedere più tempo (e più energie) di quanto si dica apertamente.
Questo argomento è tra I più diffusi nel career-coaching e anche le aziende si stanno sempre più affidando al coaching per accompagnare individui al rientro nelle organizzazioni, segnando un importante patto di collaborazione tra individuo e azienda. Il rientro al lavoro coinvolge anche aspetti molto delicati e importanti nella vita di un individuo, per questo io li tratto con particolare cura: maternità, motivi di salute e familiari. Esistono ormai specifici programmi di accompagnamento dei dipendenti in queste delicate fasi, in molte organizzazioni, anche italiane. È opinione comune, infatti, considerare con il giusto peso le criticità che comportano il reinserimento della persona nell’organizzazione.
Vediamo qualche utile spunto in questo approfondimento.
Perché il rientro è così sfidante?
Durante una pausa dal lavoro si attivano dinamiche profonde: cambi di priorità, riscoperta di sé, oppure esperienze intense (una nascita, una malattia, un viaggio trasformativo). Tornare al lavoro significa reinserirsi in una realtà che è andata avanti senza di te, e allo stesso tempo conciliare ciò che eri con ciò che sei diventato/a.
È normale sentirsi fuori fase, disorientati, o anche inadeguati. Ecco perché è importante gestire il rientro con consapevolezza, invece di “buttarsi dentro e vedere come va”.
5 strategie per ritrovare il ritmo (senza esaurirti)
1. Prepara il terreno, se puoi
Se hai modo, dedica un po’ di tempo prima del rientro per aggiornarti: leggi le mail chiave, chiedi un punto informale con un collega, riprendi contatto con i progetti. Anche solo qualche ora può farti arrivare meno “a freddo”.
2. Comunica i tuoi bisogni (anche a te stesso/a)
Hai bisogno di tempo per rimettere a fuoco? Di rientrare gradualmente? Di ridefinire le tue priorità? Non aspettare che siano gli altri a intuirlo. Analizza questi aspetti con responsabilità e trasparenza, falli presente, con chiarezza e senza sensi di colpa.
3. Non cercare di “recuperare il tempo perso”
Questo è uno dei principali errori. Tornare e sentirsi in debito, con l’impulso di dimostrare il doppio. Invece, serve dare il tempo alla tua mente di riadattarsi e riconoscere che il valore che porti non si misura in prestazioni immediate.
4. Fissa piccoli obiettivi, realistici e misurabili
Invece di puntare subito a “rientrare al 100%”, chiediti: cosa posso fare nei primi 5 giorni per sentirmi di nuovo in pista? Quali sono i 2-3 elementi prioritari da riattivare?
5. Coltiva relazioni e alleanze
Il rientro è più facile se hai attorno persone che ti ascoltano, ti supportano, o semplicemente ti aiutano a ricostruire il contesto. Parla con chi può facilitare la tua reintegrazione, senza paura di chiedere. Ricostruisci il rapporto con il tuo capo, parlando di aspettative congiunte e punti in comune, stabilendo obiettivi comuni e rispettosi di entrambe le necessità.
In conclusione
Il rientro dopo un congedo non è solo una questione di agenda o produttività: è un passaggio di identità. Darsi tempo, ascolto e strategia può fare la differenza tra sentirsi “indietro” e sentirsi di nuovo interi.
✨ Se stai rientrando da un periodo di pausa e vuoi farlo in modo più consapevole e sostenibile, possiamo lavorarci insieme. Anche poche sessioni di coaching possono aiutarti a ritrovare direzione, energia e fiducia.
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Simona Sassu – The Psi-Coach

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